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31/7/2004 La riforma pensionistica in breve(ANSA)



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del: Sabato 31-Luglio-2004
LA RIFORMA IN BREVE

"FINESTRE" PENSIONI D'ANZIANITÀ
Le "uscite" previste dalla riforma Dini, fissate a gennaio, aprile, luglio e ottobre, vengono ridotte a due (gennaio e luglio). Come effetto,si allungano i tempi per la pensione fino ad un anno per i dipendenti pubblici e fino ad un anno e mezzo per quelli autonomi. Per chi ha raggiunto o superato i 40 anni di contributi, la decorrenza per la pensione verrà stabilita attraverso l'emanazione di decreti delegati. Le nuove regole non varranno invece per chi ha già chiesto la "certificazione" dei diritti acquisiti e ha continuato a lavorare.

PENSIONI D'ORO
Viene elevato al 4% il contributo di solidarietà a loro carico. Viene esteso inoltre dal 2007 al 2015.

MILITARI E FORZE DI POLIZIA
Per loro varranno le regole attuali.

LAVORATORI IN MOBILITÀ
Per quei lavoratori che al primo marzo scorso erano in mobilità (circa 10 mila), non varranno le nuove regole per l'accesso alla pensione d'anzianità.

VERSAMENTO VOLONTARIO CONTRIBUTI
I lavoratori che versano in maniera volontaria i contributi e sono stati già autorizzatidall'Inps a farlo alla data del primo marzo scorso, andranno in pensione con le vecchie regole.

CERTIFICAZIONE
Chi entro il 31 dicembre 2007 avrà raggiunto i requisiti per la pensione d'anzianità, potrà chiedere all'ente previdenziale di appartenenza un certificato che attesta i diritti acquisiti. Pertanto, potrà andare in pensione in qualsiasi momento, indipendentemente da ogni modifica introdotta successivamente alla certificazione.

RISPARMI DI SPESA
La delega consente un risparmio di spesa pari allo 0,7% del Pil.

PIÙ PENALIZZATI I 53-54ENNI
I più danneggiati dalla riforma previdenziale saranno i lavoratori dipendenti e quelli autonomi che oggi hanno rispettivamente 53 e 54 anni. Nel 2008, l'anno dello spartiacque tra la legge Dini e l'entrata in vigore delle nuove norme, avrebbero potuto andare in pensione d'anzianità secondo le regole attuali, mentre saranno costretti a prolungare l'attività lavorativa.

Il rischio per una generazione di lavoratori è di restare al lavoro quasi cinque anni in più dei loro colleghi più anziani per effetto dell'aumento dell'età anagrafica per la pensione di anzianità e la chiusura delle finestre per l'uscita. Le donne, anche dopo il 2008, potranno continuare ad andare in pensione d'anzianità a 57 anni con 35 anni di contributi ma, in questo caso, il calcolo della loro pensione sarà fatto interamente con il metodo contributivo. Il risultato sarà un taglio in media del 20% del trattamento. Facile immaginare, considerando l'entità della riduzione, la decisione di prolungare l'attività lavorativa di altri tre anni per andare in pensione di vecchiaia.

Da una simulazione sulla base delle norme attuali e di quelle contenute nella riforma risulta, come detto, che i più penalizzati sono i dipendenti di 53 anni e gli autonomi di 54 con circa 31 anni di contributi.

LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 10 GENNAIO 1951 CON 31 ANNI DI CONTRIBUTI
Ha 53 anni di età e lavora continuativamente da quando ne aveva 23. Con le regole attuali avrebbe raggiunto i requisiti per la pensione (57 anni e 35 di contributi) il 10 gennaio 2008 e sarebbe uscito con la finestra del luglio 2008. A causa delle nuove regole dovrà aspettare il primo gennaio 2013 (a quasi 62 anni e quasi 40 di contributi) perchè nel 2011, quando avrà 60 anni, sarà scattata quota 61. Il 10 gennaio 2012 quando avrà 61 anni dovrà aspettare per uscire la finestra di gennaio dell'anno successivo.


LAVORATORE AUTONOMO NATO IL 5 FEBBRAIO 1950 CON 32 ANNI DI CONTRIBUTI Con le regole attuali avrebbe ottenuto i requisiti il 5 febbraio del 2008 (almeno 58 anni di età e 35 di contributi) e sarebbe uscito a ottobre dello stesso anno. Dovrà invece aspettare il primo luglio 2013 (con quasi cinque anni di ritardo). Nel 2011 infatti quando avrà 61 anni sarà scattata quota 62. Quando avrà 62 anni (il 5 febbraio 2012) dovrà aspettare la finestra di luglio dell'anno successivo.


LAVORATRICE DIPENDENTE NATA IL 15 GENNAIO 1951 CON 33 ANNI DI CONTRIBUTI
Una donna di 53 anni che abbia cominciato a lavorare a 20 anni sarebbe andata in pensione nel 2008, con la finestra di luglio. Con le nuove regole dovrà aspettare i 60 anni (a gennaio del 2011) per la pensione di vecchiaia. Nello stesso anno raggiungerà i 40 anni di contributi ma le converrà uscire con il trattamento di vecchiaia perchè non sarà costretta ad aspettare l'apertura delle finestre. Il ritardo per il pensionamento sarà circa di due anni e mezzo. La stessa lavoratrice potrebbe anche decidere di lasciare il lavoro dopo il 2008 pur non avendo compiuto 60 anni ma, in questo caso, la penalizzazione non sarà di poco conto: si vedrà tagliato l'assegno del 20% il media.


LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 13 FEBBRAIO 1952 CON 34 ANNI DI CONTRIBUTI
Con le regole attuali, avendo nel 2008 solo 56 anni avrebbe comunque dovuto aspettare il 2009 per uscire (con la finestra di luglio). A questo punto dovrà aspettare il 2010 per avere i requisiti contributivi (40 anni) ma l'inizio del 2011 (a 59 anni) per uscire per la pensione di vecchiaia.


LAVORATORE DIPENDENTE NATO IL 4 MARZO DEL 1949 CON 32 ANNI DI CONTRIBUTI
Il lavoratore avrà 57 anni il 4 marzo del 2006 ma dovrà aspettare di avere almeno 35 anni di contributi (nel 2007). Andrà in pensione con le regole attuali, con la finestra del luglio 2007 (raggiunti i requisiti entro 31 marzo 2007).
(Ansa)





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