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CIRCOLARE DELLA PROCURA DI VITERBO : IMPIEGATI AMMINISTRATIVI NON POSSONO APRIRE POSTA DELLA POLIZIA LOCALE



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La posta in arrivo può essere aperta solo da agenti ed ufficiali di PG
Innovativa circolare della Procura della Repubblica di Viterbo
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L'impiegato comunale addetto allo smistamento della posta e al protocollo non può aprire le buste indirizzate alla polizia locale e nemmeno accedere al contenuto dei plichi dei vigili in spedizione. E questa regola deve essere particolarmente rigorosa in riferimento alle pratiche di polizia giudiziaria che sono sempre sottoposte a segreto istruttorio. Lo ha chiarito la procura della repubblica di Viterbo con l'innovativa circolare del 3 giugno 2008.

La questione del maneggio della posta indirizzata alla polizia municipale da parte di uffici diversi da quelli della vigilanza urbana è frequentemente oggetto di interesse in sede di riorganizzazione comunale per la delicatezza delle informazioni contenute nei plichi.

Oltre alle normali contravvenzioni stradali, infatti, possono transitare nelle buste indirizzate ai comandi dati sensibili come referti medici, pratiche di polizia giudiziaria, esposti e querele. Ordinariamente, specie per la posta in arrivo, l'addetto allo smistamento apre le buste e protocolla ogni atto, senza alcuna differenziazione tra pratiche.

Questa modalità è tassativamente proibita dalla legge. Specifica infatti il procuratore laziale che «la corrispondenza indirizzata alla polizia locale che appaia, all'esame esterno, attinente ai compiti di polizia giudiziaria, può essere aperta ed esaminata solo da ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria dello stesso comando, stante il segreto sulle indagini penalmente sanzionato». In buona sostanza, ogni volta che l'addetto al protocollo mette mano a una delega di indagine o comunque a un atto indirizzato dalla procura della repubblica ad un organo di polizia giudiziaria commette un reato, punito dal combinato disposto degli artt. 326 e 329 del codice penale.

Per quanto riguarda la posta in partenza relativa ad atti di indagine, prosegue la nota, essa va sempre consegnata chiusa e sigillata ad eventuali diversi uffici competenti per la spedizione. Nella pratica operativa questa modalità viene normalmente assicurata mentre la maggiore criticità deriva dalla gestione della posta in arrivo. Conclude quindi l'istruzione indirizzata a tutti i sindaci della provincia che per prevenire anche colpevoli violazioni del segreto istruttorio «appare opportuno che tutta la corrispondenza diretta alla polizia locale pervenga chiusa al rispettivo comando». Italia Oggi 12/9/2008 di Stefano Manzelli





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