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Corriere della Sera 21/5/2005: Cittadino-avvocato vince la causa contro i modelli prestampati.



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Cittadino-avvocato vince la causa contro i modelli prestampati. Possibile un boom di ricorsi al giudice di pace
Vale, ora e subito, per un caso concreto. Ma rischia di influenzare molte altre centinaia di migliaia di casi: le multe spedite dal Comune con il modulo informatizzato prestampato, e dunque prive della firma autografa del vigile indicato invece soltanto con il nome e cognome scritti a macchina, sono nulle. L'ha deciso un giudice di pace della decima sezione del Tribunale di via Sforza, che per questa ragione ha annullato 12 verbali di contestazione di altrettante soste vietate e ha così «graziato» un cittadino dal dover pagare circa 4mila euro di multe del 1996. Il dispositivo di accoglimento del ricorso, se come tutto lascia ritenere dovesse cristallizzare questo punto di vista nella motivazione che il giudice depositerà entro 60 giorni, rischia di minare la validità di quasi tutte le multe spedite per posta (per lo più soste vietate e autovelox). E basti ricordare che, in questi primi 5 mesi del 2005, la media di multe inflitte agli automobilisti si è assestata sulle 120mila al mese, dopo che nel 2004 in tutto sono state 1 milione e 600mila. Da che mondo e mondo, come sospirano ora al Comando dei vigili, le multe di cui non è possibile l'immediata contestazione all'automobilista vengono notificate per posta con un verbale di accertamento redatto con sistemi meccanizzati. In esso l'automobilista legge che a rilevare la sua infrazione è stato il vigile Tal dei Tali, nome e cognome stampati a macchina. Più sotto, compare un richiamo a una legge del 1991 e a un decreto del 1993: con la dicitura «responsabile dell'immissione dei dati è il direttore pro-tempore del sistema nominato dal sindaco»; con la riproduzione stampata della firma del comandante dei vigili, Antonio Chirivì; e con l'avviso che «l'originale dell'accertamento di infrazione è depositato presso l'archivio di questo corpo di polizia municipale». Fino a oggi tutto questo era bastato. Ora, però, un cittadino multato, che è anche avvocato, si è visto accogliere un complicato ricorso (approdato incidentalmente persino alla Corte Costituzionale e da lì ritornato a Milano) contro una cartella esattoriale del 2001 relativa a 12 multe per sosta vietata del 1996, pari all'equivalente di circa 4mila euro. La tesi esposta dal cittadino-avvocato, Sebastiano Fischetti, è che all'ipotetico trasgressore debbano essere notificati non gli estremi del verbale di contestazione, ma (a norma di codice della strada) debba essere spedito il verbale con gli estremi precisi della violazione. E mentre il codice della strada imporrebbe l'invio al multato di uno degli originali del verbale di accertamento dell'infrazione o di una sua copia autentica, il modello prestampato con sistema meccanizzato non sarebbe nè l'uno ne l'altro, perché privo del requisito della sottoscrizione del vigile accertatore: un requisito «essenziale — sottolinea il ricorso — per l'evidente motivo che, quello redatto dal pubblico ufficiale, è appunto un processo verbale nel quale egli attesta che determinati accadimenti sono avvenuti in sua presenza». Insomma, il problema della mancanza della firma — prospetta l'avvocato — non sarebbe un cavillo, ma una questione di par condicio, «tenuto conto della rilevanza degli effetti che l'atto di contestazione produce e quindi anche dei requisiti di forma che deve rivestire a garanzia della regolarità e legittimità della procedura sanzionatoria». Già, ma a surrogare la firma non c'è già il meccanismo sostitutivo della firma autografa legittimato dalla legge del '91? Sarà questo lo snodo della motivazione. Per ora, si può solo rilevare che il giudice ha accolto il ricorso che proponeva l'inapplicabilità del meccanismo sia perché di fatto abrogato per incompatibilità intrinseca con il codice della strada del 1992, sia perché lo strumento informatico sarebbe fisiologicamente incompatibile con i provvedimenti amministrativi bisognosi (come le multe) di motivazioni differenziate. E adesso? Più spazio per questi ricorsi, certo. Ma (fin quando differenti verdetti di Cassazione non approderanno alle Sezioni Unite) sempre senza certezze: la decisione di per sé non fa testo, altri giudici di pace potranno condividerla o tornare a decidere come prima.
Luigi Ferrarella
lferrarella@corriere.it
12I VERBALI di contestazione di altrettante soste vietate che, elevate nel 1996, sono state poste nel 2001 alla base della cartella esattoriale contro la quale un cittadino ha fatto ricorso al giudice di pace
4000 EURO il valore delle multe che il cittadino avrebbe dovuto pagare, e che invece sono state cancellate nel presupposto che la mancanza della firma del vigile accertatore renda nulle le multe
1.600.000 MULTE il numero delle contravvenzioni elevate nel 2004. Nel 2003 erano state 1,7 milioni e oltre due milioni nel 2002
120.000 AL MESE il numero medio di multe emesse nei primi 5 mesi del 2005. Quelle potenzialmente a rischio sono quelle spedite con moduli prestampati
MULTA Il caso in questione riguardava dodici verbali di soste vietate del 1996 per un valore complessivo di circa quattromila euro. Le multe erano state inviate, come d'uso, in moduli prestampati senza la firma autografa del vigile
SENTENZA Un giudice di pace della decima sezione ha invece accolto il ricorso del cittadino, ritenendo che il meccanismo sostitutivo legittimato da una legge del 1991 non basti da solo a surrogare la firma autografa di chi ha accertato l'infrazione
RICORSI La decisione del giudice di pace non fa testo di per sé (altri potranno condividerla o disattenderla); ma certo amplia gli spazi per analoghi ricorsi, entro 60 giorni dalla notifica della multa, sullo stesso punto.





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