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PADOVA - DUE AGENTI RUMENI AFFIANCHERANNO LA POLIZIA MUNICIPALE DI PADOVA



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L’EMERGENZA SICUREZZA
Poliziotti rumeni per controllare i nomadi
(c.mal)
Lucio Terrin: va favorita l’integrazione
E Filippo Ascierto (An-Pdl) apre al dialogo


No all’esercito per le strade, sì ai poliziotti rumeni. La scelta di Flavio Zanonato è chiara: repressione e integrazione. Il «binario» che da sempre caratterizza le politiche per la sicurezza del sindaco «democratico». Dopo i vigili immigrati, a settembre arriveranno due agenti mandati da Bucarest. Resteranno un mese per aiutare i vigili padovani a capire la microcriminalità dell’Est: parleranno italiano e saranno anche esperti delle dinamiche delle carovane Rom. «Ci aiuteranno a capire il loro modo di pensare e di organizzarsi» spiega il comandante della polizia municipale Lucio Terrin.
Positivo anche il commento degli esponenti della comunità rumena a Padova: «Un progetto utile, se accompagnato da politiche d’integrazione».
Un accordo di partneriato internazionale tra Padova e il distretto di Arad, nel nord-ovest della Romania: lo andranno a siglare, il 15 e 16 luglio prossimi, l’assessore Marco Carrai e il comandante Terrin. Obiettivo: portare a Padova due agenti della polizia rumena, impiegandoli in operazioni di «intelligence» per colpire le bande di «predoni» dell’Est.
Ma come li utilizzerà la polizia municipale? «Con loro riusciremo ad entrare a fondo nei meccanismi delle organizzazioni criminali, perché ogni comunità ha un suo modo di pensare, di agire, di rapportarsi alle leggi dello stato e ai tutori dell’ordine - risponde il comandante - Così come i facilitatori culturali sono un servizio per i 6 mila rumeni onesti che vivono nella nostra città, questi due agenti ci permetteranno di raggiungere e colpire i pochi disonesti». Un nuovo tassello, dunque, nel grande puzzle delle politiche per la sicurezza: «Saranno sicuramente una carta in più», è l’opinione di Terrin. Non solo per fermare furti e scippi. Dalla «banda del tombino» ai clonatori di bancomat: gruppi di rumeni si sono resi responsabili di diversi episodi criminali nei mesi scorsi, soprattutto dopo l’ingresso di Bucarest nell’Unione europea. Macchiando così l’immagine della più grande comunità straniera che vive in città: «Un progetto utile, che spero si trasformi in una collaborazione costante anche dopo il periodo di permanenza dei due poliziotti a Padova - commenta Teodor Amarandei, componente rumeno della commissione di rappresentanza degli stranieri a palazzo Moroni - Gli effetti positivi saranno in primis per la comunità rumena».
Resta però un’iniziativa da affiancare con politiche di integrazione, come la mediazione culturale e i facilitatori. E Amarandei si preoccupa anche dell’aspetto «comunicativo» della faccenda: «Non deve passare l’idea che la criminalità rumena sia un problema talmente grande che la polizia locale non è in grado di gestire. Perché non è così - osserva - Piuttosto serve un segnale politico forte: far capire che qui non c’è posto per chi delinque». Il progetto di collaborazione tra la polizia municipale e le forze dell’ordine rumene è stato ideato dall’associazione «Master» mediatori e animatori per lo sviluppo del territorio, presieduta dalla docente di Scienze politiche Patrizia Messina. Accanto a lei Tiberiu Grunwald, ricercatore originario di Arad che ha creato e consolidato il collegamento con il locale distretto di polizia e l’Università della cittadina rumena, che si trova nei pressi di Timisoara. Proprio nella zona da cui partono la carovane Rom dirette in Italia. E saranno i nomadi gli «osservati speciali» dei due agenti rumeni in missione a Padova. Il primo fenomeno da debellare sarà quello dei gruppi «in trasferta» per qualche settimana in città. Restano il tempo necessario a racimolare, mendicando o con qualche furtarello, una buona somma di denaro e poi tornano in Romania.
Sul caso interviene l’onorevole Filippo Ascierto (Pdl): «Pur di cacciare chi compie crimini nel nostro paese, porterei anche le truppe eritree» ironizza.
Poi aggiunge: «Tuttavia se questi poliziotti rumeni affiancheranno la polizia municipale, vanno chiariti il ruolo, le funzioni e le responsabilità che avranno. Altrimenti, se devono far solo vacanza, mandiamoli alle Terme di Abano».

Fonte: IL MATTINO DI PADOVA





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